Tumore della prostata – Prevenzione, diagnosi e terapia chirurgica Il tumore della prostata ha un’alta incidenza ed un lungo periodo di latenza, sia nello sviluppo che nella progressione della malattia. Ci sono numerosi fattori di rischio conosciuti per lo sviluppo del tumore della prostata, comprendenti l’età, l’area geografica e la razza. L’incidenza è veramente alta nel nord America e nel nord Europa: 63×100000 uomini bianchi e 102×100000 afro-americani negli Stati Uniti. In Italia il tumore della prostata è il primo tumore che colpisce l’uomo, con un’incidenza del 12% e supera il tumore del polmone (10%). Ogni anno in Italia si registrano 42804 tumori con 9070 decessi (dati del Reparto di epidemiologia tumori-Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute-Istituto Superiore di Sanità 2005). Diciassettemila nuovi casi vengono scoperti ogni anno, di questi già il 20% presenta metastasi. Poiché l’età media della popolazione maschile italiana è sempre più elevata, non può che peggiorare l’incidenza di questo tumore, rispetto al quale l’età è uno dei principali fattori di rischio conosciuti.

Il principio fondamentale per ridurre il pericolo è l’attenzione e la sensibilità alla prevenzione, proprio come per altri tumori ad elevata incidenza, come ad esempio il tumore della mammella. Purtroppo le statistiche ci dicono che gli uomini sono molto più restii delle donne ad adottare regolarmente misure per la prevenzione e la diagnosi precoce: solo il 22% dei maschi italiani tra i 50 e i 70 anni di età conosce il significato del test del PSA, uno dei principali strumenti diagnostici nella lotta al tumore della prostata.

Dati sempre più evidenti suggeriscono che molti elementi della dieta possono giocare un ruolo importante nella prevenzione e/o progressione del tumore della prostata. Studi epidemiologici hanno suggerito che la Vitamina E può influenzare, se carente, lo sviluppo del tumore della prostata, mentre una dieta con supplemento di Selenio può ridurre del 50% l’incidenza della patologia, così altre sostanze sono rilevanti nel ridurre l’incidenza di tale tumore quali il thé verde, l’aglio e il lycopene.

In alcuni Paesi, lo screening del tumore della prostata rappresenta uno standard di politica sanitaria poichè prevenire piuttosto che curare la malattia rappresenta l’obiettivo ideale. Nell’impossibilità di avere uno screening più specifico per quegli uomini realmente a rischio di tumore e morte per tumore della prostata, nei Paesi sviluppati, sembra ragionevole che tutti gli uomini inizino i controlli per la prostata annualmente dai 45 anni di età eseguendo almeno l’esplorazione digito-rettale (DRE), il test PSA (antigene prostatico specifico) e l’ecografia prostatica transrettale richiesta dall’urologo generalmente ogni 2-3 anni. La prevenzione con DRE e PSA dovrà essere annuale per i pazienti oltre i 40 anni che hanno una storia familiare di tumore della prostata.

L’attività medico urologica non si limita all’uso del laser eseguendo ove occorra interventi chirurgici o endoscopici.

Dopo la parte diagnostica, che può richiedere a volte anche la biopsia prostatica, in caso di diagnosi di ipertrofia prostatica, oltre alla vaporesezione con il laser, si può eseguire la TURP Bipolare Vio. Tale tecnica rappresenta un’evoluzione in positivo della tradizionale TURP, per l’impiego dell’energia bipolare che garantisce un’azione più rapida con minor rischio di sanguinamento che permette di aggredire per via endoscopica prostate di dimensioni maggiori.

Nell’ipotesi di diagnosi di adenocarcinoma prostatico si esegue intervento chirurgico a cielo aperto con l’asportazione dell’intera ghiandola prostatica con ricostruzione di una anastomosi fra vescica e uretra. L’intervento può essere eseguito anche in laparoscopia o tramite la robotica.

Oltre alle patologie prostatiche vengono trattate anche le patologie della vescica, dell’uretra e del pene, nonché quelle renali.

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